mediazione

Mediare per comunicare: non solo tra lingue diverse.

Mediazione e strategie di mediazione nel C.e.fr. Companion 2018

 

Il quadro comune europeo di riferimento per le lingue già nel 1996 indica la mediazione (mediation)  tra le abilità da sviluppare nell’insegnamento/apprendimento di una lingua straniera e o seconda. Nel suddetto documento si palesa il concetto di mediazione al pari di una “capacità sociale” spendibile pragmaticamente in variegati contesti: dall’azienda ai fenomeni migratori. Il nodo centrale è la possibilità di mettere in contatto chi non possiede il medesimo codice comunicativo andando oltre le barriere linguistiche. Tale premessa è fondamentale poiché nel C.e.fr. (Common European Framework, Quadro comune europeo di riferimento per le lingue) Companion 2018 (Volume complementare al precedente testo del 2001)  vengono estesi i descrittori precedenti, si citano le attività di mediazione prettamente linguistiche (ad esempio, traduzione ed interpretariato) ma la mediazione può intendersi riferita anche alla stessa lingua. Secondo la tripartizione di Jackobson (1959) la traduzione può avvenire tra lingue diverse, denominata in tal caso interlinguistica, nella stessa lingua e dunque intra-linguistica e tra codici semiotici differenti (intersemiotica).

Questo concetto basilare è ripreso nel volume complementare in cui si esplicita la capacità di mediazione correlata anche al poter agire a livello di testi, di concetti e di comunicazione orali scritti e trasmessi; l’attore sociale nello scenario plurilinguistico e pluriculturale di una società complessa “mette in scena” la sua intrinseca natura sociale. Per far ciò è preferibile costruire specifiche strategie di mediazione. Essere aperti mentalmente ed empatici con i discenti è fondamentale per colui/colei che media: si ambisce a creare le condizioni ottimali al superamento delle difficoltà e delle tensioni in una prospettiva collaborativa, ove possibile.

Riassumendo le attività di mediazione consistono, in un’ottica pragmatico-comunicativa, nel mediare un testo, un concetto o una comunicazione.

  1. Mediazione testuale: consiste nel saper manipolare un testo ai fini dell’accessibilità prorpia o altrui cercando di superare le barriere di stampo linguistico, di significato, legate alle diverse culture e anche di tipo tecnico. A titolo esemplificativo cito il trasferimento di informazioni specifiche e il reperimento di testi orali o scritti; il processamento di informazioni a livello cognitivo al fine di riassumerne il contenuto.
  2. Mediazione concettuale: se le ragioni cognitive non permettono l’accesso alla conoscenza è preferibile porsi come mezzo di interscambio di significati. Ciò è realizzabile attraverso la collaborazione in un gruppo tramite la metodologia del lavoro cooperativo tra pari (cooperative learning); affinchè ciò avvenga è necessario stabilire le condizioni fertili ad un’attività proficua e curare le relazioni tra pari, gestendo le interazioni del gruppo finalizzate alla co-costruzione di significati.
  3. Mediazione comunicativa: l’influenza positiva orientata ad una comunicazione sana tra le parti è importante per cercare di oltrepassare barriere di varia tipologia, da quella linguistica a quella intellettuale. Altri tipi di barriere sono rappresentate da fattori sociali, economici, individuali, socio-culturali e sociolinguistici. Obbiettivo primario di colui/colei che media diventa dunque la facilitazione dello spazio pluriculturale, dove la sensibilità interculturale gioca un ruolo delicato, come potrebbe succedere in situazioni sociali di disaccordo ad esempio.

Le strategie di mediazione.

 

Affinché sia possibile facilitare la comunicazione è necessario menzionare le strategie di mediazione finalizzate alla spiegazione di un nuovo concetto oppure alla semplificazione di un testo.

Strategie per spiegare un nuovo concetto: risulta utile e funzionale all’obbiettivo collegare le conoscenze pregresse al nuovo concetto, saper adattare la lingua in uso, rendere le informazioni complesse più semplici.

Strategie per rendere un testo più comprensibile: è possibile adottare strategie cognitive in combinazione con le capacità linguistiche sociolinguistiche e pragmatiche, facilitare la comprensione di un testo consiste nell’amplificazione di quest’ultimo (ad esempio creando titoli e sottotitoli, proponendo immagini, schemi etc…) e anche razionalizzando il testo (uso di parole chiave, ricerca dei nuclei informativi portanti etc…)

mediazione

 

Riflessioni sulla mediazione.

 

Nella mia attività di docente e formatrice di italiano L2 posso constatare di aver progettato, sperimentato e realizzato attività di mediazione e sviluppato le relative strategie a vari livelli e per diverse tipologie di apprendenti non italofoni per periodi significativamente lunghi in contesti scolastici ed extrascolastici.

Ritengo sia una delle attività più pregnanti e presenti dal punto di vista sociale presenti nella mia esperienza, esplicate sia a livello testuale, concettuale che comunicativo oltre che in termini di strategie. Queste attività aiutano gli apprendenti a poter comprendere e comunicare in contesti a loro sconosciuti attraverso percorsi graduali e calibrati sulle reali competenze in atto, sempre passibili di fluttuazioni e mutamenti, sia in positivo sia in negativo in contesti reali e con scopi funzionali e pragmatici. Nel complesso ritengo che le mie abilità di mediazione siano ad un livello avanzato, avendo sempre cura di facilitare uno spazio pluriculturale di valorizzazione delle differenti lingue, anche minoritarie. 

A titolo esemplificativo per il descrittore mediare un testo -> trasferire informazioni specifiche oralmente o per iscritto riporto parte della mia esperienza di docente di italiano L2 per poi procedere con la descrizione delle modalità scelte per le strategie di mediazione e per la mediazione concettuale, comunicativa e testuale. 

 

Nel mio percorso professionale di docente e formatrice di italiano L2 ho realizzato tale attività proponendo la comprensione di un testo (orale, scritto, trasmesso) anche ad apprendenti principianti non richiedendo una lettura o un ascolto accurato e approfondito ma presentando il testo ai fini di una rapida “scansione”. Per sviluppare nei discenti tale abilità mi sono avvalsa di precise tecniche didattiche funzionali alla comprensione globale quali la domanda (aperta o chiusa) la scelta multipla e binaria, il riconoscimento di informazioni e il vero/falso.

 

Mediare per far comprendere: le strategie di mediazione in atto.

 

Mediare

 

Nell’attività di docenza pregressa le attività svolte per spiegare un nuovo concetto, ad esempio, riguardano il riferirsi a conoscenze già presenti nell’apprendente, in tal modo si mette in primo piano ciò che è nuovo rispetto a ciò che non lo è; si mettono in grado gli studenti in grado di rispondere a domande adattando il linguaggio alle competenze del destinatario (quali la domanda elicitazione, la scelta multipla, il vero/falso). Per la facilitazione della comprensione sono utili anche la richiesta di ordinare parti di testi seguendo un principio logico attraverso la sequenziazione, la seriazione, il riordino, la costellazione nonché le tecniche insiemistiche (inclusione/esclusione). Per fornire spiegazioni ed esempi ho utilizzato l’esplicitazione e l’esplorazione di parole chiave; inoltre ho proposto lo stimolo all’interpretazione, all’abbinamento e al riconoscimento attuabili tramite le tecniche di osservazione, transcodificazione, griglia e completamento schema.

 

Mediare un concetto, una comunicazione, un testo: riflessioni dalle esperienze di insegnamento dell’italiano L2 in contesti scolastici ed extrascolastici.

Mediare

  1. La mediazione concettuale ottenuta tramite il lavoro cooperativo e la guida di un gruppo finalizzati, sono stati realizzati tramite tecniche quali il brainstorming, le domande elicitazione, la conversazione, il Jigsaw, il pairing tra studenti e la richiesta di compiti non linguistici (task). In via preliminare è necessario facilitare l’interazione tra pari e collaborare alla costruzione di senso per sviluppare ed incoraggiare la nascita di nuove idee. Le competenze relazionali si sviluppano guidando il lavoro di un gruppo e dunque facendo attenzione all’interazione relazionale e incoraggiando cognitivamente nuovi concetti da esplicitare.
  2. La mediazione comunicativa orientata ad una comunicazione funzionale ed efficace per sviluppare la consapevolezza interculturale è stata sviluppata tramite l’analisi/riflessione, la conversazione, la discussione e tramite riassunti e traduzioni anche ai livelli più iniziali. Tenendo sempre presente il rispetto della diversità di ognuno ho proposto principalmente la drammatizzazione e il role play al fine di implementare le capacità di mediazione comunicative; nel retroscena della tecnica del gioco di ruolo si prepara uno script e il tipo di disaccordi da gestire con i diversi ruoli dei partecipanti da riusare poi creativamente, nella drammatizzazione si propone un copione in cui la risoluzione è data dal/la mediatore/mediatrice.  Inoltre anche l’esplorazione di parole chiave, la transcodificazione, l’esplicitazione permettono di sviluppare una sensibilità adeguata alle diverse culture. Tra tutte la tecnica preferibile per lo sviluppo della facilitazione di uno spazio pluri-culturale è la domanda-elicitazione per dimostrare attenzione all’interlocutore e favorire l’accettazione di norme culturali varie, per anticipare e gestire situazioni di incomprensione. La risoluzione di un problema comunicativo diventa utile e funzionale per tutti, sia per chi apprende che per chi insegna.
  3. Nella dimensione della mediazione testuale ho proposto la trasformazione di testi al fine di renderli maggiormente comprensibili ai suoi fruitori, in base all’analisi dei bisogni dei discenti per ovviare ad ostacoli di natura varia e farli giungere ad una comprensione globale tramite domande, v/f, scelta multipla, riconoscimento binario e da un codice ad un altro. Allo scopo di sviluppare la capacità di interpretare i dati visuali (grafici diagrammi e schemi) e spiegare i significati ho prediletto le tecniche dell’osservazione (per arrivare poi all’esplicitazione) e della transcodificazione.

Per approfondire:

Volume 13 N.1 di Italiano L2

VEDOVELLI M., Guida all’italiano per stranieri. Dal Quadro comune europeo per le lingue alla Sfida salutare, Roma, Carocci, 2010

DIADORI P. (cur.), Insegnare italiano L2, Milano, Le Monnier, 2019

DIADORI P., GENNAI C., SEMPLICI S. (cur.), Progettazione editoriale per l’italiano L2, Perugia, Guerra, 2011

TOMASSETTI R., Le competenze dei docenti e dei formatori di italiano L2, Aprilia, Novalogos, 2014

DANESI M., DIADORI P., SEMPLICI S., Tecniche didattiche per la seconda lingua. Strategie e strumenti, anche in contesti CLIL, Studi
Superiori, Roma, Carocci, 2018

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