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Chi non conosce l’ortografia non sa scrivere…?

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Ortografia e dubbi nella scrittura: vediamoci chiaro.

Articolo aggiornato al 2/09/2019.

 

Tutti nella vita almeno una volta ci siamo ritrovati a domandarci “come si scrive…?” riguardo una parola, un accento oppure un apostrofo. La soluzione migliore è avere con sé un bel dizionario della lingua italiana a portata di mano. 

Ad esempio, dopo aver riletto questo testo sull’ortografia a distanza di molto tempo, ho scoperto delle inesattezze. Questo poichè tempo addietro ho spostato questo articolo da una piattaforma ad un’altra: nel copia e incolla ci sono stati, ahimè, degli imprevisti!

Però è una buona occasione per ricordarti che non si finisce mai di revisionare un testo. Ovviamente è un eufemismo, due otre passaggi di un testo possono andar bene per un prodotto testuale finito.  Sempre utile rileggere e aggiornare anche gli articoli meno recenti per attirare l’attenzione dei tuoi lettori, anche con qualche piccolo nuovo aneddoto.

 

Scrivere senza errori grammaticali ed ortografici è un segno di rispetto per il tuo lettore.

 

La cura e l’attenzione sono essenziali, per questo è necessario revisionare sempre il testo che hai scritto che sia per il web o per la carta stampata, sempre nell’ottica del discorso che ti accennavo prima.

Non è solo una questione di credibilità di chi scrive ma anche di accortezza per chi legge, una sorta di galateo non scritto che vige silenzioso nel rapporto tra scrittore e lettore, in nome dell’ortografia. Tale legge non scritta è una consuetudine da non violare, in quanto espone a “sanzioni sociali” non indifferenti.

 

 

Pensiamo a quanti modi di dire sono stati inventati nel tempo per ridicolizzare colui che non conosce (per ignoranza e indolenza) come si scrive. potrei citare a titolo di esempio il  famoso appellativo di “asino“, la bestia da soma presa ad esempio per indicare un equino poco studioso. Oppure pensiamo alla nota scritta sulla vecchia lavagna nera della scuola (ormai probabilmente non più usata): “asino chi legge“. Oggi, anche per questo animale, sta nascendo un’opera di riabilitazione dal suo storico stereotipo negativo.

 

Non farti dare dell’ “asino!”

 

Per evitare che qualche nostalgico ti accosti all’equino poco studioso in materia di ortografia dunque riguardati  gli errori ortografici più comuni, i quali spesso insinuano momenti di dubbio nella scrittura dei nostri testi.

 

Insieme o separate?

 

Un errore molto comune è scrivere due parole che vanno insieme separate e viceversa, come nel caso di:

finora e tuttora

ne consegue che è considerato un errore di ortografia scrivere fin’ora e tutt’ora!

Invece le parole per cui e d’accordo vanno rigorosamente separate, non si può scrivere percui e daccordo.

Sono da considersi validi entrambi i modi per le seguenti parole:

dopotutto o dopo tuttoperaltro o peraltro.

 

Apostrofando qua e là.

 

L’uso dell’apostrofo è un altro tallone d’Achille per l’ortografia di  molti.

Se dico che voglio un po’ di pane metto l’apostrofo (originariamente “un poco di pane” , è il risultato di un elisione). La caduta di una vocale è segnalata da questo segno, nel caso in cui la parola successiva sia al femminile, mentre se è maschile non va usato.

Guarda un po’ qui sotto:

 

“Storia” di un’amica!

 

Se invece, si tratta di un amico maschile, niente apostrofo! Adesso guarda invece qui:

 


Mai con l’apostrofo!

 

Su qui e qua l’accento non va!

 

Questa regola imparata nel ciclo di scuole elementari è tuttora valida! Dunque abolita ogni possibilità di voler scrivere quì oppure qua provvisti di improbabili accenti.

Ricordo che, all’epoca delle elementari, per non sbagliare pensavo al nome dei nipotini di Zio Paperino, Qui Quo e Qua; alla loro pronuncia e alla scrittura senza accento! Un modo piacevole di assimilare la regola, anche se in quel caso erano nomi propri.

Per approfondire sull’accento puoi leggere questo articolo.

 

Il mutismo dell’H.

 

Mettici il Cuore (con la C)!

 

L’etimologia ci spiega perché scriviamo cuore con c e quaderno con la q.

La prima parola deriva dal latino cor, cordis; la seconda sempre derivante dall’antica lingua viene da quaternus, i)

Un breve viaggio negli errori più comuni di ortografia, di certo ce ne sono ancora tanti che mancano a questo appello, sullo stesso argomento puoi leggere anche “Grammatica gli errori in agguato”.

Ti lascio, per premiare la tua curiosità e pazienza di essere arrivato fin qui nella lettura del mio articolo (scritto apposta per te) una filastrocca di Gianni Rodari che ha sempre amato giocare con le parole, gli accenti e la grammatica italiana.

 

Accento sulla A.

“O fattorino in bicicletta
dove corri con tanta fretta?”
“Corro a portare una lettera espresso
arrivata proprio adesso”.
“O fattorino, corri diritto,
nell’espresso cosa c’è scritto?”
“C’è scritto – Mamma non stare in pena
se non rientro per cena,
in prigione mi hanno messo
perché sui muri ho scritto col gesso.
Con un pezzetto di gesso in mano
ho scritto sui muri della città
“Vogliamo pace e libertà”.
Ma di una cosa mi rammento,
che sull’a non ho messo l’accento.
Perciò ti prego per favore,
va’ tu a correggere quell’errore,
e un’altra volta, mammina mia,
studierò meglio l’ortografia”.

Gianni Rodari.

 

 

E tu che errori commetti più spesso nell’ortografia? Commenta qui! Ti aspetto!

 

PER APPROFONDIRE:

Accademia della Crusca- Libro “L’ortografia”

Accademia della Crusca

 

 

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